Così rileggo ancora, lo straordinario Pasolini poeta;
profetico, analitico lettore dell’ anima profonda e della sua rappresentazione,
in un tempo che ancora vedo presente.
La puerilità, la rabbia, l’indignazione che per il
giudizio dei tanti superficiali e disattenti animatori e abitanti di questo
piccolo paese, sono solo stati emotivi patologici, pericolossisimi, che mettono in crisi le loro certe
e normali vite rifatte; rifatte dall’ immaginario
stereotipato, pornovisivo e non letterario, (forse, per incapacità di elaborazione di ciò che leggono) .
Oggi, questi attori miserabili, si
aggirano con il sorriso ipocrita dipinto in volto, nella ricerca di un’
evasione sterile e cinica del loro tempo, giudicando e disprezzando: il pianto,
il dolore e la fragilità. (Sentimenti anche, di un femminile perduto.)
Apprezziamo nuovamente, l’inquietudine e lo stupore come grandi
sentimenti poetici e, liricamente, con assoluta lucidità, impariamo a
sentire.
da “La religione del mio tempo” ( frammenti da “La
Rabbia”)
…..in un solo misero istante,
l’odore della mia vita: l’odore di mia madre…
…La mia esistenza privata
non è più racchiusa tra i petali di una rosa,
una casa, una madre, una passione affannosa.
E’ pubblica. Ma anche il mondo che mi era ignoto
Mi si è accostato familiare,
si è fatto conoscere, e, a poco a poco,
mi si è imposto, necessario, brutale.