Preghiera per L.S._ antico amico di mio fratello Tullio_
In un tratto senza matita, ieri sera, sono passate in ordine preciso, nitide e commoventi, le immagini della memoria di una ragazzina che fuggiva la sera con il fratello maggiore (il più grande dei due) a conoscere lo spazio adulto di una provincia che parlava intellettualese: cinema, teatro, politica e mondo.
Mi sentivo una sorella fortunata per ricevere quell’affetto, quella considerazione e, nel silenzio dei miei occhi ingenui, le prime timidezze civette per l’amico troppo grande di Tullio che mi chiamava < Tullia, Tullietta bellissima >, dandomi un puffetto sulla guancia già arrossata. Dentro il ristorante del centro (La bocca mia, si chiamava così), con quadri di Schifano alle pareti, la mia ancora acerba adolescenza non parlava artistichese; viveva l’emozione nuova nelle parole d’un gruppo di amici che si ritrovavano solidali nel dialogo, legati alle loro speranze per un futuro sociale e colto tutto da migliorare.
Ecco, adesso, domani, la voglio risentire ancora come dentro un coro familiare, quella voce calda del buon ricordo, dalla vita e in diretta!