Lo sguardo di carne

Rirtrovato, nella mia libreria romana, uno straordinario scritto di Maurice Merleau-Ponty, “L’occhio e lo spirito”, una lettura fatta circa dieci anni fa, ma ancora per me e per il mio lavoro, attuale e illuminante.
Questo piccolo libro, descrive, con la semplicità tipica della scrittura di certa filosofia francese, un processo tutto interiore della visione pittorica; come unica scienza del sensibile e dell’abitabile.
Il pittore, al contrario del musicista, dello scrittore e del filosofo, guarda ed è guardato dal mondo, senza giudizio e con innocenza.
Sfogliandolo di nuovo, trovo sottolineate a matita cose da tempo golosamente divorate:
Del vivere folle e fragile, aldilà del reale, di Van Gogh, reso fortissimo da occhi interiori, accecati di gradienti, vedenti e lontani che lo trasportano fuori dalle collere e dalle speranze degli uomini.
L’essere mappa di un visibile di Valéry: il corpo – spirito del pittore che trasforma il mondo in pittura, essendo egli stesso, “intreccio di visione movimento”.
La visibilità segreta delle cose visibili di Cézanne.
Poi, continua Ponty e continua la mia rilettura: «il nostro corpo è fatto dello stesso tessuto del mondo e i nostri occhi di carne sono già molto più che ricettori dei raggi luminosi, dei colori e delle linee. Sono computer del mondo, che hanno il dono del visibile così come si dice che l’uomo ispirato ha il dono delle lingue.»
Così mi rincuoro dall’afosa giornata triste e, in assenza di relazioni intellettuali romane, riscopro un grande pensatore che mi aiuta a ritrovare il filo che lega le mie elaborazioni artistiche: forse troppo cervellotiche per questo tempo, per questa città.

M.G.F.

Favignana, Luglio 2007

Attraverso la tela

Attraversolatela